Profumo di vino
Lungo corso Giacomo Matteotti a Ortona, a pochi passi dal castello Aragonese, c’è un massiccio portone in legno, verde. È l’ingresso di Palazzo Corvo, sede sia dell’Enoteca regionale sia dell’Istituto Nazionale Tostiano, che si ispira alle opere e alla vita del compositore Francesco Paolo Tosti, nato nella stessa cittadina nel 1846. Nelle sale espositive dell’Enoteca si custodiscono i vini delle aziende abruzzesi, con spazio per la degustazione, anche guidata, in abbinamento ai piatti della tradizione.
Un luogo ideale per vivere meraviglie olfattive, di colori e sapori, un punto di partenza perfetto per una pedalata fra i vigneti. Un percorso misto da fare in mtb o gravel, su strade secondarie, lontani dal traffico, per pedalare spalla a spalla con i capanni delle vigne, alla scoperta di vecchi mulini e tratturi. Ecco allora che dalla Cattedrale si pedala verso corso Vittorio Emanuele, al termine del quale si seguono le indicazioni per Orsogna, lungo la S5538. Per evitare la statale, a circa 6 km dalla partenza, in località Strada Villa Torre, passata una pista di “mini speed” sulla sinistra, si prende la prima stradina sulla destra che sembra portare verso uno stabilimento molitorio. Come ulteriore riferimento, la prima strada che si trova sulla destra di questo percorso è contrada Sant’Elena. Si prosegue dunque, passando il primo gruppetto di case sulla sinistra e poi seguendo la conformazione della strada. Piì:1 che seguirla tutta andando a destra (al termine ci sono le indicazioni per il Parco dei Mulini) conviene tagliare per i 500 metri dello sterrato che si ricongiunge alla stessa strada. Si passa in località Vassarella, alla destra della croce fino alle vicine indicazioni per Crecchio, Villa Tucci, Parco dei Mulini, che è lì a un chilometro.
Dopo la sosta nell’area attrezzata, al cospetto di un vecchio mulino, affrontando una breve ma ripida salita si prosegue per Crecchio, sempre su asfalto, con la piacevole ombra delle grandi querce. Al termine di questo tratto, in alto sulla sinistra, si presenta il borgo medievale di Crecchio, con il castello le cui prime notizie risalgono al 1279. È stato oggetto dei saccheggi dei Saraceni che sbarcavano a Ortona e ha visto la storica sosta del re Vittorio Emanuele III in fuga da Roma il 9 settembre 1943. È sede del Museo dell’Abruzzo Bizantino e Alto Medievale.
Si può scegliere se salire fino all’abitato o deviare verso la sterrata sulla destra indicata dal cartello Colli, in prossimità di una fonte prima dell’ultimo tornante che porta al centro, dirigendosi dunque in direzione Canosa Sannita.
Dall’imbocco della sterrata all’ingresso del paese ci sono circa 700 metri di salita. Pedalando per 2 km sulla sterrata, si torna su asfalto all’altezza del piccolo cimitero di Canosa Sannita. Qui svoltare a sinistra per via Dietro le Vigne -toponimo evocativo per un giro nel segno di Bacco -che poi diventa via S. Moro e ancora fino al bivio con le indicazioni per Orsogna con la strada che diventa via Pescarese, da percorrere fino al primo bivio per imboccare la strada secondaria che conduce al convento. Qui c’è l’indicazione Strada comunale Fondo Valle Venna, però nel senso di marcia che stiamo seguendo ne vedremo il retro. È facilmente identificabile poiché nei pressi del bivio c’è uno spartitraffico con fontana e una statua di Madonna con bambino. Una bella stradina secondaria sul fianco della collina, asfaltata solo nei primi metri e nell’ultimo tratto che porta al convento. Dal bivio al convento si percorrono 8 km. Ottimo posto per riposare un po’, nel verde rigoglioso del Parco Territoriale dell’Annunziata, il Convento dei frati francescani è stato fondato nel 1448 da San Giovanni da Capestrano.
Da qui si torna su asfalto seguendo la strada che lo costeggia e, dopo il primo bivio sulla sinistra, ci si ricongiunge con la S5538, che poi diventa via R. Paolucci e conduce alla Torre tratturale Di Bene, lungo l’antico tratturo Centurelle-Foggia. Dal Convento alla Torre ci sono 2,5 km. Da qui, per chiudere l’anello con rientro ad Ortona, si prende in direzione di via Torre Pellegrina, via Aldo Moro, via Chiusa, via Pescarese, per imboccare poi la prima a sinistra a 600 metri per una bellissima strada secondaria nel verde del parco per 1,5 km, fino a scolli- : nare e ricongiungersi con l’attacco della sterrata presa prima in -fi direzione del Convento francescano. In alternativa, non vo- Iendo fare lo sterrato, si prosegue per via Pescarese fino allo stesso bivio e da Il si rientra.
CASTELLO DUCALE DI CRECCHIO
Svetta con la sua ordinata e regolare struttura quadrata, splendido nei suoi colori
caldi, come se il tempo per lui non fosse mai passato. Ai quattro angoli delle sue mura svettano alte torri, una delle quali si erge più
maestosa delle altre: è
l’antica torre di awistamento normanna che nel Xli secolo venne costruita come primo nucleo difensivo della
fortezza.
Chiamata Torre dell’Ulivo, era formata da tre livelli e
comprendeva anche un
piccolo deposito destinato al vettovagliamento.
Più volte ampliato nel corso del tempo, il Castello di
Crecchio fu anche meta di rifugio per numerosi sovrani e nobili, tra cui Re Vittorio Emanuele lii e il principe
Umberto, quando erano in fuga da Roma a Brindisi
durante la Seconda Guerra Mondiale.
Pesantemente bombardato, dagli Alleati, il castello fu
restaurato e in parte
ricostruito negli anni
Sessanta e Settanta, nel
rispetto delle strutture
originali.
LANCIANO, IL MEDIOEVO SU TRE COLLI
Lanciano è una tappa fissa
per gli amanti del
cicloturismo. Il borgo
medievale si distende su tre colli ed è distinto in quattro quartieri storici:
Lancianovecchia, Civitanova, Sacca e il quartiere fortificato Borgo, dove nella Chiesa di San Francesco ebbe luogo il cosiddetto Miracolo
Eucaristico che richiama ogni anno pellegrini da tutta Italia: secondo la tradizione fu qui che nell’VIII secolo un
monaco basiliano vide
trasformarsi l’ostia in carne. Nell’area del lancianese è
apprezzato, e tanto, il
salsicciotto frentano,
composto da carni di maiale magre condite solo con sale e pepe. Già in un libro del XVI 11 secolo veniva segnalato come compenso per l’avvocato
delle suore nel Convento di Santa Chiara a Lanciano. La forma del salsicciotto,
schiacciata a parallelepipedo, si deve alla pressatura sotto grandi tavole di legno, mentre la sua stagionatura non
supera mai i tre mesi.
GUARDIAGRELE
Questo piccolo gioiello artistico, affacciato sui profili montani della Majella, conserva un’antica tradizione legata alla lavorazione del ferro battuto e del rame sbalzato.
La chiesa di S. Maria Maggiore domina il centro con un imponente campanile quadrangolare; appena al di sotto, uno splendido portale del ‘400 rappresenta uno degli esempi più pregiati del gotico abruzzese.
Nel centro storico, ai colori caldi del mattone si alternano quelli della pietra: interamente in mattoni è il Palazzo Vitacolonna del XVIII secolo, ispirato ai canoni rinascimentali, in pietra invece la piccola chiesa di San Francesco con la sua facciata perfettamente rettangolare.
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