La Linea Gustav 2° tappa
Si riparte dalla Riserva del Lago di Serranella procedendo lungo il percorso degli orti, come indicato nella stessa area protetta. Il sentiero sterrato giunge nei pressi della chiesa di San Francesco, in località Guarenna di Casoli: una vera terrazza sul punto in cui i confluiscono il Sangro e l’Aventino. Raggiunta la SS84, si gira a sinistra superando l’Aventino. Siamo in contrada Selva di Altino: qui si imbocca via Mattioli e poi, a destra, via Benedetto Croce, per transitare su un percorso alternativo alla strada più trafficata.
Dopo aver svoltato in via Nicola Moscardelli, si rientra in un terreno non urbanizzato tra i campi coltivati, pedalando su uno sterrato. Al primo bivio si riprende una strada asfaltata solo per poche centinaia di metri: svoltando subito a destra si prosegue su un tratto che lascia presto spazio a una strada bianca. Si arriva quindi in prossimità del torrente Rio Secco e si prosegue sulla sua sponda, 2
si risalendo staglia il poi borgo verso di la Altino. SS84. Di Tornando fronte a nel noi, in fondovalle, cima al si suo attraversa colle, 2fun lungo rettilineo di 2 lan in contrada Vicenne di Casali, fino a
incontrare una edicola votiva: qui si svolta a destra su una strada bianca. Inizia quindi una salita di 2,5 km verso Casali, che si incontra nei pressi dell’area sportiva. Casoli, oltre a custodire un elegante Castello Ducale, è tristemente nota per essere sede di un campo di internamento operativo per tre anni dal 1940 al 1943, durante il periodo fascista.
Percorrendo il corso Umberto I in tutta la sua lunghezza, si passa in via Cavassutti, dopodiché si gira a destra sulla strada in salita e si prosegue verso sud-ovest in un ambiente boschivo. Nei pressi di un tornante si imbocca uno sterrato a sinistra e in discesa, dopodiché si tocca la località Grotta Rimpasta. Una volta lasciata anche l’ultima abitazione alle proprie spalle, si prende il sentiero che insiste nel SIC “Ginepreti a Juniperus Macro carpa”, un’area appartenente al sistema Natura 2000 grazie al suo habitat raro in Abruzw, composto perlopiit da ginepreti. Il SIC comprende anche le Gole del Rio Secco, un torrente che scorre tra pareti rocciose verticali di arenaria, le quali rendono il paesaggio ancor più scenografico.
La nostra meta è ormai vicina: dopo aver superato alcuni capannoni, si imbocca la SP Peligna per 4,3 km e si arriva a Gessopalena. Leggendo il nom dal basso il versante orientale della Majella. Gysum lo chiamavano i latini, gesso ai giorni nostri: è questo il minerale pche compone le rocce chiare e lucenti nei cui paraggi venne costruito il paese. Un borgo di pastori e agricoltori che vivevano a stretto contatto con pascoli e boschi, ai quali si univano i cavatori e i venditori di gesso. Di fianco all’abitato si ammirano ancora i resti del centro medie vale, tutto costruito sul suo crinale roccioso: distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, è composto oggi solo da ruderi, ed è conosciuto come la piccola Pompei abruzzese. Addossate l’una sull’altra, le rovine delle abitazioni di Lu fesse – Gessopalena in dialetto abruzzese -seguono l’andamento dello sperone di gesso su cui furono costruite e consentono di osservare le antiche nicchie interrate, le scale e i camini modellati nella pietra nuda.
ALTINO
La leggenda vuole che il borgo fosse un primo nucleo abitativo fondato dai profughi che nel 452 a.e. sfuggirono agli Unni di Attila, e che scelsero proprio la grande roccia immersa tra i boschi per ripararsi da ulteriori invasioni. I domini delle famiglie nobiliari si susseguirono nei secoli ad Altino, che non riuscì però a sfuggire ai saccheggi dei briganti dopo il Regno delle Due Sicilie. Le sue casette in pietra, però, ancora oggi scrutano dalla loro posizione dominante la valle dell’Aventino nella pace della provincia chietina.
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