Profumo di campagna
Lunghezza del percorso: 50,70 km
Dislivello + 925 metri – 925 metri
Difficoltà: Medio
Quota massima: 328 metri s.l.m.
Fondo: Misto: 95% asfalto, 5% sterrato ben battuto/sentiero
Appunti
- lntermodalità treno – bici: stazione FS Vasto due, San Porto Salvo di considerando a Vasto sud, a la nord. quella SS16,Ledidistano 12 km.
https://loc.wiki/t/31442271/itqp?h=bmx5ngyrpy
Quando si pedala, si sa, c’è da stare leggeri. Ancor di più ulle montagne russe dei saliscendi di queste colline vista mare, passando per paesi affilati come lame sui crinali, con la campagna tutto intorno. Qui però l’impresa è ardua, un po’ perché le salite sono importanti e un po’ perché sarebbe più forte la tentazione di gustare un celebre brodetto di pesce alla vastese – piatto orgoglio della cittadina – o lasciarsi andare con la ventricina che, come recita il disciplinare dedicato, è un “salume, insaccato crudo di carne suinà’ con “sapore soavemente piccante”. Fra le altre specialità enogastronomiche del territorio, anche il carciofo ha da dire la sua, specie a Cupello, con la varietà detta “mazzaferrata”. In Abruzzo, si sa, si va al sodo senza tanti fronzoli. E allora, eccoci in sella, per un anello cicloturistico con punto di riferimento piazza della Guardia costiera a Vasto Marina. La città è Il su e tocca salire, prendendo via Gaetano Donizzetti, poi strada vicinale Tubello e via porta Palazzo per trovarsi di fronte al Palazzo D’Avalos (quelli del Bosco di don Venanzio e della pineta di Pescara). Da qui si va verso la piazza dedicata a un figlio illustre di Vasto, il poeta Gabriele Rossetti, nato qui nel 1783 e morto a Londra dopo aver ricoperto la cattedra di lingua e letteratura italiana al King’s College. La forma della piazza ricorda l’anfiteatro romano costruito fra la fine del I e la metà del II sec. d. C. Da via delle Croci, su vie interne (via Cirillo, via Valloncello, via Codalfa con il ponticello sulla Al4) si interseca il lungo rettilineo della SP157 per andare a destra, seguendo la provinciale fino alla S516 per poi girare a sinistra o accorciare per la sterratina di via Cervara per meno di 400 metri. Quindi a sinistra per strada comunale Valle Palomba, sempre sterrata, per 1 km che ci riporta sulla 5S16 e quindi alla rotatoria per la SP216 si arriva al santuario dei Miracoli. Qui si ricorda con dolcezza dell’apparizione della Vergine a un contadino, l’ 11 giugno 1576.
Dalla Basilica-Santuario Santa Maria dei Miracoli, si prosegue sulla provinciale fino al bivio per Pollutri su via Cerreto di Spoleto, con l’indicazione “Strada del vino tratturo del re”. Su asfalto si segue contrada Guarniera che diventa via del Santo Rosario e, passando per il paese, si prosegue per San Barbato, arrivando con il paese di Scemi sulla sinistra. Il cartello all’ingresso recita: “Paese della ventricina, dell’olio e del vino”. Qui è curioso prendere una qualsiasi delle strade che portano fino alla fine del paese, quindi via Gioacchino Rossini e vedere l’asfalto che lascia il posto allo sterrato, dopo l’ultima casetta. E tutta la campagna sotto.
Per pedalare è pili comodo procedere dal paese a via contrada Tratturo, passando per Casale d’Ercole fino a incrociare la SP 154 per Monteodorisio, con il massiccio castello che domina la vallata. All’ingresso del paese si trova il Santuario della Madonna delle Grazie. Il borgo è da qui raggiungibile con una lunga scalinata monumentale che conta più di l 00 gradini. Non contenti, ancora via verso Cupello da contrada Monteleforche. Dal paese del carciofo per tornare sul mare ci sono due opzioni. Avendo voglia di sterrato da via Polercia si prende per via Rigolizia verso la frazione Villaggio Siv e al cartello che indica l’ingresso inizia una stradina che taglia per i campi, prima sterrata e poi con asfalto che, passando sotto l’autostrada, arriva fino alla stazione ferroviaria. Oppure si va avanti fino a girare su via Grasceta dove il nuovissimo tratto ciclabile accompagna verso la SSI6. Qui si va verso il mare dove, all’altezza di un campeggio, inizia la ciclabile che, accarezzando la vegetazione dunale e la Riserva Naturale Regionale Marina di Vasto, riaccompagna alla piazza punto di partenza. Sono circa 60 gli ettari di litorale che dalla Marina di Vasco al Giardino Botanico Mediterraneo di San Salvo proteggono il biotopo costiero dunale. Riconosciuto come SIC -Sito di interesse comunitario, questo tratto di costa tutela specie vegetali tipiche delle prime fasce costiere come la ruchetta di mare, l’agropiro e l’Ammophila littoralis.
VENTRICINA DEL VASTESE
La Ventricina è un insaccato di lunga stagionatura prodotto nelle aree collinari del vastese a partire dalle parti più nobili del maiale. Una volta insaccato, viene stagionato per almeno cento giorni. La Ventricina, nella cucina tradizionale, viene utilizzata come ingrediente del ragù ma soprattutto viene mangiata a pezzi con il tradizionale pane abruzzese.
CARCIOFO DI CUPELLO
Nasce in un territorio a due
passi dal mare; anche chiamato “Mazzaferrata” per la sua forma curiosa e arrotondata simile
all’arma medievale, il carciofo di Cupello è un ortaggio che viene coltivato da secoli anche nei piccoli appezzamenti e negli
orticelli di dimensioni familiari. È una tipicità locale che deriva dal Campagnano, un carciofo romano verde intenso con
sfumature violette che
raggiunge la sua maturazione tra la fine di marzo e gli inizi di aprile. Sono le particolari
condizioni climatiche del
territorio abruzzese -estati
aride e inverni mili e piovosi – insieme ai terreni ben drenati, a esaltare le qualità nutritive e il gusto del carciofo di Cupello. È tutelato da un presidio Slow
Food e da una Cooperativa di produttori locali.
SAN SALVATORE E LA RISERVA Bosco DI DON VENANZIO
Nel comune di Pollutri la Riserva Regionale Naturale (Riserva naturale,
Tel.: 0873.907359,
info@comunedi-pollutri.it), rappresenta uno dei rari casi di bosco planiziare ancora presenti in questa porzione d’Italia. Imboccando il grande viale d’ingresso da cui si accede al parco, si può – gratuitamente – accedere a una lunga serie di percorsi attrezzati che consentono di inoltrarsi nel bosco.
Con lo sguardo rivolto verso le acque del fiume Sinello, la riserva è composta da una serie di terrazze fluviali
che decrescono progressivamente.
Nel bosco di carpini, frassini e cerri, si trovano anche esemplari alti fino a 25 metri. Facendo richiesta al centro visite, è possibile partecipare a una visita guidata, mentre sempre all’interno della riserva è presente il Museo del Bosco. Poco fuori la chioma boschiva, il borgo fortificato di San Salvatore è il vero cuore storico di Pollutri.
Un tempo cinto da antiche mura, il centro riporta ancora oggi passaggi, sottoportici, scalinate e vicoletti.
In piazza della Chiesa, la chiesa del Santissimo Salvatore fa risalire le sue origini alla prima metà
del 1300.
SANTUARIO MADONNA DELLE GRAZIE
L’edificio di fine Ottocento venne costruito in seguito a un miracolo delle Vergine: sul luogo dove oggi sorge la chiesa, infatti, fu edificata intorno all’anno 1000 una piccola cappella usata dai pastori lungo i tratturi
percorsi durante i periodi di transumanza. Quando però nel 1886 la cappella venne restaurata, da una fenditura al suo interno iniziò a
zampillare dell’acqua, che guarì miracolosamente una bimba malata. All’interno è ancora presente la statua della Madonna raffigurata con il Bambino in braccio e vestita con un abito di
panno, perfettamente
conservata.
Le Vie dei Tratturi, sulle strade della transumanza
I tratturi, antichi percorsi lungo i quali le greggi venivano condotte dal Gran Sasso, dal Sirente e dalla Majella fino ai pascoli del Tavoliere delle Puglie e che ispirarono “I Pastori” di D’annunzio -“Settembre, andiamo. È tempo di migrare.” -rappresentano un patrimonio che oggi si può riscoprire grazie al progetto “Vie dei Tratturi” delle Camere di Commercio del Centro Italia a cui ha dato uno speciale contributo la CCIAA Chieti Pescara. Tra i vari itinerari il Tratturo Magno, che unisce L’Aquila a Foggia, è il più lungo -244 km -e l’unico che consente di arrivare in riva all’Adriatico. Dopo l’inizio in terra aquilana -il punto di partenza dell’itinerario è la Basilica di Collemaggio -il tratturo procede nel Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, raggiunge Forca di Penne ed entra nel territorio di Chieti. Da qui tocca importanti borghi ricchi di storia e tradizioni: Rosciano, appollaiato su un colle, Chieti, dove presso la Chiesa di Santa Filomena alcune rievocazioni prevedono la benedizione delle greggi. Si risale poi ancora verso gli antichi paesi di Bucchianico e Vacri per poi raggiungere Lanciano. L’ultimo tratto in provincia di Chieti prosegue verso Torino di Sangro e tocca il mare a Casalbordino, per dirigersi poi verso Vasto, San Salvo e Petacciato.
Per info: www.leviedeilratturi.com
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