Dalla collina al mare
Lunghezza del percorso: 54,30 km
Dislivello + 800 metri – 1100 metri
Difficoltà: Medio
Quota massima: 587 metri s.l.m.
Fondo: 100% asfalto
Appunti
- lntermodalità treno – bicicletta: stazione FS di Lanciano, treni regionali con possibilità di bici al seguito.
https://loc.wiki/t/31870495/itqs?h=bmx5ngyrpy
Intermodalità e tratturi, terra di miracoli, dolci dai nomi che non si dimenticano, come alcune salite. Luoghi che testimoniano il passaggio dei Longobardi e dove si celebra la cacciata dei francesi con fuochi per Sant’Antonio. Pedalata cicloturistica, con partenza in treno da Francavilla al Mare, animata località balneare, sede del Carnevale d’Abruzzo. In mezzora si raggiunge Lanciano. In quello che era il municipio romano Anxanum sono ben visibili le antiche mura, le Torri montanare, la torre medievale e la torre angolare aragonese, la torre civica, fino alla cattedrale Madonna del Ponte, sui resti del ponte romano-medievale. Proprio qui passavano i pellegrini verso il Miracolo eucaristico: percorso recuperato con l’Itinerario archeologico-monumentale Ponte di Diocleziano-Miracolo eucaristico. Sede della devozione è la chiesa di San Francesco: si narra che nell’VIII secolo un sacerdote espresse dubbi sull’eucarestia, così che ostia e vino si trasformarono in carne e sangue. La testimonianza è custodita in un reliquiario settecentesco. Non da meno la chiesa medievale di Santa Maria Maggiore e il Museo Diocesano. In entrambi si ammirano le Croci di Nicola da Guardiagrele, massimo esponente dell’oreficeria abruzzese del Quattrocento. Dalla stazione, da via Bergamo, via Parma, via Milano, via Luigi de Crecchio ecco corso Trento e 1ì·ieste, con la pavimentazione che richiama il motivo della Presentosa, gioiello abruzzese. Quindi la SP64 che in meno di 17 km porta a Orsogna. La vista della Majella nella grande tela La Figlia di Jorio, deriva proprio da schizzi e foto realizzati qui da Francesco Paolo Michetti che la dipinse nel 1895. E come ragazza che passa sfuggente nel dipinto ispirato alla tragedia di Gabriele d’Annunzio, c’è un’adolescente diciannovenne di Orsogna, Giuditta Saraceni. l.’.opera è nel Palazw della Provincia a Pescara. La cittadina, sul tratturo Centw·elle-Montesecco con la sua Torre di Bene, è famosa per i Talami, quadri biblici viventi legaci alla Pasqua, gemellati con i Mystery Plays di York, in Inghilterra. Con la SS538 e poi con la SP215, in meno di 10 km ecco Guru:diagrele. “La città di pietra” come scrisse d’Annunzio nel Trionfo della Morte, è un borgo fortificato fra porte, torri e palazzi, fino alla cattedrale di Santa Maria Maggiore, edificata nel XJI secolo circa. Custodisce l’affresco di San Cristoforo del protagonista del Quattrocento abruzzese, Andrea Delirio. È del XV secolo la dolcissima Madonna del Latte. Da vedere il complesso conventuale di San Francesco e da programmare una visita d’estate, quando per un mese Guardiagrele è sede della Mostra dell’artigianato artistico abruzzese, occasione anche per provare le Sise delle Monache, dolce tipico del posto con pan di Spagna e crema. Il pasticcere locale sarà felice di spiegare l’origine di questo nome singolare. Dai 576 m s.l.m. in meno di 1 O km si scende a 227 m s.l.m. di Fara Filiorum Petri, sempre su statale. Per il rientro, due opzioni: quasi 27 km della SP214 su asfalto, o via sterrato fra il fiume Foro e le campagne. Da Fara, per l’attacco della stradina di campagna che porta fino al ponte sotto la SS16 a Francavilla, si percorre la SP124 fino al grande spartitraffico. Quindi a sinistra (direzione Bucchianico) e dopo il ponte sul Foro, subito la prima a destra. La stradina di campagna principale da seguire, inizia asfaltata e poi è sterrata, seguendo l’andatura del fiume. Non è segnata ufficialmente ma abbastanza frequentata e si trovano tracce di passaggio delle bici.
MURO
In 610 metri, 133 metri di dislivello. Pendenza media 22,2 per cento, massima del 30. È la micidiale salita dell’impresa di Alberto Contador nella quinta tappa della Tirreno-Adriatico del 2014. È il Muro di Guardiagrele, strada che dalla provinciale, sale, tanto, verso il centro, su via Orientale.
FARCHIE
La storia racconta del 1799, con l’attacco dei francesi a Fara
Filiorum Petri, centro dal toponimo che rivela origini
longobarde. L’intervento di Sant’Antonio che trasforma le querce in grandi falò mette in
fuga gli assalitori. Ogni 16 gennaio ci si dà appuntamento di fronte alla chiesa a lui
dedicata per aspettare l’accensione delle Farchie, torri di canne secche, dalla
meticolosa preparazione. E poi festa con dolci e vino, in
un’atmosfera magica di accoglienza, proseguendo la
festa in una delle contrade. Echi di momenti pagani di
propiziazione della primavera. Il rito è gemellato con quello
incredibilmente simile della cittadina giapponese di
Sugakawa.
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